Sicuramente chi come me ama la musica dedica volentieri qualche ora al mese ad ascoltarla, soprattutto ora che ci sembra di avere molto tempo a disposizione (a me sinceramente non tanto, ma avrò qualche problema io!).
Mi piace ascoltare distrattamente la musica che conosco già a memoria mentre riordino o mentre cucino, ma soprattutto mi piace scoprire nuove deliziose perle, che ascolto completamente assorta e in religioso silenzio.
Stabat Mater di Jacopone da Todi: una piacevole scoperta
Ho voluto concentrarmi sulla sequenza “Stabat Mater”, attribuita a Jacopone da Todi.
Questa preghiera consiste in una meditazione sulle sofferenze di Maria durante la crocifissione e la Passione di Cristo e successivamente una invocazione in cui l’orante chiede a Maria di farlo partecipe del dolore provato da Maria stessa e da Gesù durante la Passione e la Crocifissione.
Un testo che trasmette concetti duri e che si presta molto bene ad essere espresso in musica: è stato musicato molte volte da numerosissimi compositori.
Forse la versione più famosa di questo Stabat Mater è quella di Giovanni Battista Pergolesi, datata 1736, un componimento che avrebbe potuto benissimo includersi nel mio articolo sui brani che mi hanno influenzata.
Un altro Stabat Mater molto famoso è quello di Sances: un pezzo a voce sola, per soprano e basso continuo, che in genere molti soprani che affrontano il repertorio barocco hanno incontrato o incontreranno.
“Tutti” gli Stabat Mater
Facendo una ricerca, mi sono imbattuta in moltissime altre versioni, trovate grazie a wikipedia ma anche sul sito stabatmater.info, in cui un amante della musica e collezionista di CD olandese illustra con moltissimi particolari la sua collezione di album o di CD che includono Stabat Mater, appunto, di qualunque compositore lo abbia affrontato. In questo sito c’è anche un elenco di compositori, con relativa data di nascita e morte, che hanno composto Stabat Mater che non sono ancora stati incisi.
Questa fonte, anche se non ha valore scientifico, è decisamente utile per curiosare e poi mi suscita tenerezza vedere il frutto della dedizione di altre persone per la musica: questo sito rappresenta qualcosa di bello in sé.
Detto questo, le piacevoli sorprese in cui mi sono imbattuta sono state:
Marc-Antoine Charpentier (1634 – 1704). Parigino, compositore di musica sacra in particolare con opere dedicate a Maria, tema probabilmente legato alla sua committenza di signore della nobiltà. Conoscevo già questo, in realtà molto famoso, compositore, ma mi sono nuovi i suoi due Stabat Mater del 1670 e 1680.
La versione H.15 (ca. 1680): è semplice ma molto bella! Immagino sia difficile interpretarlo a dovere dato che è molto ripetitivo. L’atmosfera che regala è molto piacevole.
L’opera H.387 (ca. 1670) è un mottetto per contralto, tenore e basso e continuo. È l’ottavo di una raccolta di dieci mottetti per il tempo della quaresima (o almeno così dice il titolo se tradotto).
Francesco Nicola Fago (1677 – 1745): un compositore che ho scoperto proprio durante questa ricerca. Nato a Taranto, studiò a Napoli presso il Conservatorio della Pietà dei Turchini, come allievo di Francesco Provenzale, a cui succedette come primo maestro di contrappunto e composizione.
Fu eletto maestro di cappella del Tesoro di San Gennaro e di San Giacomo degli Spagnuoli. Fra i suoi migliori allievi figurano Nicola Sala, Leonardo Leo, Niccolò Jommelli, Giuseppe de Majo, Carmine Giordano e Francesco Feo.
Qui il suo Stabat Mater (circa 1719), suddiviso in 4 parti:
Abbiamo così una delle poche versioni di area napoletana dai tempi di Pergolesi, per quattro voci, archi e basso continuo, diverso quindi dalla classica composizione per soprano e alto canonizzata da Alessandro Scarlatti:
Agostino Steffani (1654 – 1728): un compositore che avevo già conosciuto nell’ambito di cantate profane, ma di cui non avevo mai ascoltato composizioni sacre. Musicista, prelato, compositore, diplomatico, ha oggi fama più per le sue cantate e i suoi duetti che, come invece nel suo tempo, per le opere.
Questa versione (successiva al 1706) è semplicemente meravigliosa: anche qui Steffani ha usato “tutte” le voci e non solo soprano e alto secondo il modello scarlattiano: questa composizione è quindi per 6 voci, coro, archi e basso continuo. A mio parere è la scoperta più gradevole di questa ricerca.
La si può ascoltare qui:
Alcune di queste composizioni mi sembrano abbastanza sconosciute, altre forse lo erano solo per me, in ogni caso sono sempre felicissima quando scopro nuova musica splendida!
Voi che ne pensate di questa raccolta? Avete altre versioni che secondo voi varrebbe la pena inserire? Parliamone!
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