La musica fa bene. E non è una novità
In un periodo strano come questo – un periodo che sta diventando veramente lungo… – mi sono interrogata anche su come la musica e il canto potessero essere strumenti per aiutarci ad attraversare meglio questi tempi bui.
Il tema non è nuovo: che la musica, il canto, e l’arte in generale, “facciano bene alla salute” non è una novità, ma un fatto (che, per certo, ha ora una rilevanza tutta particolare); la letteratura in materia, sterminata.
In questo post ho cercato di navigare attraverso le tante informazioni reperibili anche online rispetto a quella che è la mia esperienza personale: per me è normale fare musica tutti i giorni e mi rendo conto che è anche un’attività così piacevole che mi migliora di molto le giornate.
La musica fa bene: benefici per la mente
- La musica è gratificante e provoca un miglioramento del tono dell’umore. Gli studi hanno dimostrato che ascoltare la musica attiva le strutture cerebrali coinvolte nell’elaborazione della ricompensa. Inoltre, uno studio recente ha anche dimostrato che l’esposizione dei ratti alla musica melodica aumenta la dopamina e la serotonina nel cervello anteriore, che è legato, di nuovo, al meccanismo della ricompensa.
- La pratica musicale può mantenere “giovane” il cervello. Sempre secondo alcuni studi, i musicisti hanno un vantaggio nel mantenere le proprie capacità cognitive durante il processo di invecchiamento. Si ottengono benefici sia dalla formazione a lungo sia a breve termine.
- Praticare musica migliora le capacità cognitive per tutta la durata della nostra vita. Ciò è stato dimostrato con un training musicale sia a breve sia a lungo termine. Ciò è dovuto al fatto che suonare uno strumento coinvolge molte diverse aree del cervello, rafforzando una varietà di connessioni neuronali e quindi ad un aumento dell’efficienza del segnale (cioè la velocità con cui i neuroni comunicano tra loro).
- Lo studio musicale promuove la neuroplasticità, che è la capacità del cervello di cambiare nel corso della vita (per esempio in seguito a dei danneggiamenti, ma anche quando si impara qualcosa di nuovo). Ciò che distingue la pratica musicale è la sua capacità di indurre cambiamenti neuroplastici in tutte le aree del cervello, perché la musica “entra” in ogni area: usi il tuo lobo occipitale per leggere e interpretare toni e ritmo; il tuo lobo temporale per elaborare il suono; il tuo lobo frontale per assistere alla musica, inibire distrazioni irrilevanti e ricordare ciò che hai appena suonato; e infine il tuo lobo parietale per integrare tutte le informazioni sensoriali in arrivo.
- Fare musica è benefico per la salute generale. Uno studio recente ha dimostrato che le attività musicali di gruppo possono mantenerci in salute fisica e psicologica. Per esempio, suonare strumenti musicali è stato associato a una riduzione del rischio di demenza.
Proprio in virtù di questi motivi la Alzheimer’s Society di Londra ha persino istituito una iniziativa chiamata “Singing for the brain” in cui le persone con demenza e il morbo di Alzheimer possono cantare insieme e migliorare la qualità della propria vita.
Secondo me…
Un mio parere che posso aggiungere a questi studi, che stanno cercando di dimostrare quello che noi musicisti proviamo tutti i giorni, è che la musica è anche rilassante: cantare o suonare ci permette di “staccare” da tutto il resto e connetterci al momento presente!
La musica? Fa bene! #2 I benefici di canto e musica
Leggi il secondo articolo della serie.
1 Pingback