Durante il lockdown è importante non fermarsi mai e fare cose che ci piace fare in modo da tenere alto l’umore; ma dobbiamo anche pensare a quando si tornerà alla “normalità”.
Dobbiamo anche cercare di fare, in questo momento, tutto il possibile, in modo da non finire per essere oberati dagli impegni “dopo”, quando ne usciremo.
Vale per il lavoro, vale anche per lo studiare musica.
Studiare musica in un periodo difficile: il mio primo esame online
Presumo che le Università siano state le prime ad attivare lezioni ed esami online, quindi chi le frequenta sarà già abituato a sostenere esami in questa modalità.
Io, che frequento il Conservatorio, ho dato il mio primo esame online due settimane fa.
Online, per scelta
Non sono stata obbligata a sostenerlo: è stata una mia scelta sempre in vista del futuro che, suppongo, ci vedrà tutti impegnatissimi (di nuovo…) a recuperare lezioni e a studiare per gli esami che non sono effettuabili online.
Si trattava di un esame orale a conclusione di una materia teorica: con il senno di poi, il fatto di sostenerlo online non ha minimamente cambiato la mia preparazione, né l’esame stesso.
Mi sono trovata bene durante l’esame, la connessione non è mai caduta: solo verso la fine c’è stato un po’ di lag.
Prima di questa quarantena avevo già usato qualche programma di videochiamata (a proposito, il mio preferito è Jitsi, software libero utilizzato da una vasta rete di scuole), ma solamente con amici e parenti e non l’avevo mai utilizzato in modo “ufficiale” come adesso.
All’inizio è stato sicuramente strano, e a tratti divertente, comunicare in questo modo con gli insegnanti, magari quelli che conosco ancora poco.
Poi è subentrata la seconda fase, in cui mi sono resa conto che, almeno per me, almeno per le materie teoriche, le lezioni online sono molto più stancanti e in generale si riescono ad affrontare meno argomenti rispetto alle lezioni dal vivo, quindi a un’ora di lezione dal vivo non corrisponde un’ora di lezione online, sia in termini di informazioni trasmesse sia in termini di fatica “cerebrale”, di concentrazione. Sicuramente la mia concentrazione (non ditelo ai miei insegnanti…) se ne va molto prima rispetto alle lezioni normali, ma forse è solo questione di abitudine.
Ma torniamo all’esame.
Durante il mio esame sicuramente non ho avuto problemi di concentrazione, non ho neanche pensato a quanto fosse buffo parlare con la commissione attraverso lo schermo del mio computer, nella mia stanza, ordinata solamente nella zona che ricadeva dentro l’inquadratura: questi sono dettagli su cui rifletto, e sorrido, solo ora mentre scrivo.
Per certi versi è più comodo dare un esame in questo modo, perché non c’è la perdita di tempo dovuta allo spostamento per arrivare in sede d’esame, ovviamente.
Le lezioni online
Mi sto trovando tutto sommato bene anche frequentando le lezioni online, non solo perché (almeno le lezioni collettive) fanno il loro dovere (nel senso che sono “efficienti” quasi quanto le lezioni dal vivo), ma anche perché queste sono degli appuntamenti a cui dobbiamo arrivare preparati, che scandiscono la nostra giornata e anche la nostra settimana.
Oltre a questo, e lo ritengo molto importante, vedere in faccia gli insegnanti che ci spiegano la lezione, anche se in via telematica, trasmette molto di più che leggere da soli un libro che contiene le stesse informazioni.
Sono rimasta piacevolmente sorpresa da come hanno reagito alcuni insegnanti, adattandosi a questa situazione, cosa che mi ha dato un altro motivo per restare positiva e produttiva nei momenti più bui di questa sempre più lunga quarantena da Coronavirus.
Ma spero proprio di sostenerlo di persona, il prossimo esame. Lo spero davvero…
2 Pingback