Mi piaceva portare sul mio blog le persone da cui sto “imparando il mestiere”. Così ho pensato di porre delle domande a Monica Piccinini, la mia insegnante di Canto Rinascimentale e Barocco.

Monica Piccinini: la carriera

Dopo aver completato gli studi come violinista, Monica Piccinini ha studiato canto con Franca Mattiucci, con Elena Kriatchko, e repertorio antico con Claudio Cavina e Rossana Bertini.

Dal 1999 Monica – questo il suo sito ufficiale – collabora regolarmente con Hespèrion XXI e La Capella Reial de Catalunya, diretto da Jordi Savall.

Dal 2003 canta con il Concerto Italiano sotto la direzione di Rinaldo Alessandrini, eseguendo repertorio madrigalistico di Monteverdi, Gesualdo, Marenzio, Luzzaschi e altri.

Lavora regolarmente con Accademia Bizantina, (direzione Maestro Dantone), ed Europa Galante (direzione Maestro Biondi).

Ha lavorato con una serie di importanti Ensemble di musica antica, tra cui La Petite Bande, Ensemble Aurora, Le Parlement de Musique e Al Ayre Español.

Monica ha inciso per Naïve, Opus 111, Stradivarius, Tactus, Symphonia, Dynamic, Fuga Libera.

Ha ricevuto la nomination ai Grammy Awards 2008 per la sua interpretazione ne L’Orfeo di Monteverdi nei ruoli de La Musica e Ninfa (Naïve 2007). Insegna al Conservatorio di Verona.

Le mie domande

Come si è avvicinata al canto?

Ho sempre cantato. Fin da bambina.
Aver fatto parte di un coro di bambini mi ha fatto sentire e immaginare la bellezza del cantare insieme. Mi sono poi iscritta al Conservatorio a dieci anni per studiare violino, diplomandomi a ventuno. Nel frattempo alcuni insegnanti, in particolare l’insegnante di solfeggio, mi hanno fatto avvicinare di più al mondo della musica vocale, e ho iniziato a cantare in un coro di adulti.

Chi o cosa ha influenzato di più il suo percorso?

A vent’anni ho deciso di iniziare a studiare canto, dopo aver partecipato come corista ad un concerto con musiche di Monteverdi, prima con Claudio Cavina repertorio antico, e poi con altri insegnanti di canto lirico, continuando nel frattempo a suonare il violino professionalmente.
Allora non c’era la possibilità di studiare in Conservatorio canto rinascimentale e barocco.
Volevo acquisire una tecnica solida e che mi permettesse di affrontare repertori diversi, ma nello stesso tempo cercavo una strada mia, non mi riconoscevo nella “tradizione lirica”, cercavo un modo di cantare in qualche modo più naturale, senza sapermelo bene spiegare.
La strada non è stata facile, ho cambiato diversi insegnanti, che comunque hanno lasciato un loro segno che poi ho recuperato, fino a trovare un’insegnante che più di tutti mi ha formato.

Chi sono le persone che hanno contato di più per lei?

Oltre ai primi insegnanti di musica, e all’insegnante principale di canto a cui devo moltissimo soprattutto per la formazione tecnica, mi ha influenzato molto l’incontro con Rinaldo Alessandrini con il quale ho iniziato a lavorare dopo un corso e un’audizione col suo gruppo, Concerto Italiano, dal quale posso dire di aver imparato tanto e col quale lavoro ancora.
Un altro incontro importante è stato con Jordi Savall qualche anno dopo. Importante è stato anche poter cantare a fianco di tanti bravi colleghi cantanti e strumentisti.

Quanto conta “avere carattere” nel lavoro di cantante?

Aver carattere conta, certamente: bisogna sapersi mettere in gioco, avere intraprendenza e coraggio, ma sempre ben consci di quello che si è.
Avere carattere per me significa ora essere consapevoli, essere sicuri di sé e tranquilli perché si conoscono le proprie possibilità e i propri limiti.

Ciascuno di noi si costruisce una scala di valori per vivere e nel lavoro: quali sono quelli che contano di più per lei?

Credo di aver dato, ma soprattutto avuto molto dalla mia professione, mi ritengo fortunata ad aver potuto fare quello che sognavo: non tanto essere cantante, quanto, direi, fare musica con la voce.
Gli affetti sono però stati altrettanto importanti per me, ho quindi faticato tanto, con molta caparbietà e anche con rinunce, per portare avanti la mia attività professionale insieme alla famiglia e alla cura dei figli.

Quali sono le idee e concetti più importanti da trasmettere ai suoi allievi e in generale agli aspiranti cantanti?

I concetti più importanti da trasmettere… non smettere mai di studiare, di cercare, di farsi delle domande; andare alle fonti e non accontentarsi di imitazioni; ricominciare con umiltà; avere spirito critico, cercare la propria strada; essere se stessi.

Che cosa è indispensabile per un’aspirante cantante professionista?

Il professionista deve saper garantire un livello sotto al quale non scendere.
Deve avere idee sue, ma essere disposto e capace di modificarle se il direttore lo richiede.
Deve essere capace, nel nostro ambiente in particolare, di cantare repertori diversi adattando la voce e il gusto a diversi stili, dalla polifonia all’aria solistica con orchestra.

Quali sono state finora le più grandi sfide nella sua carriera?

Le più grandi sfide le ho vissute cantando con i bambini piccoli in condizioni fisico/emotive complicate: ma che soddisfazione farcela!!!

Di quale performance/registrazione è più orgogliosa?

Difficilmente sono del tutto contenta delle mie registrazioni. Solitamente amo di più le registrazioni dal vivo. Ne ho alcune di cui sono quasi completamente soddisfatta.

Da musicista: qual è la sua definizione di successo?

Successo per me è riuscire a vivere del proprio lavoro, e percepire la stima e l’apprezzamento per quello che si fa, per come lo si fa.
Successo è anche riuscire a superare proprie difficoltà e limiti.

Qual è la sua tipica routine in un giorno in cui si deve esibire? Che cosa fa per mantenere la sua voce in salute?

Quando ho un concerto faccio molta attenzione a riposare bene la notte prima, andando a letto presto, mangiando non pesante e non bevendo alcolici.
In generale il riposo e un corretto stile di alimentazione sono fondamentali per una voce sana. Più il periodo o il concerto è impegnativo, più faccio attenzione.
Inoltre, cerco di mantenere attivo e reattivo il mio corpo facendo camminate, esercizi di yoga e stretching, in particolare durante i giorni di prove.

Ha qualche rito scaramantico pre-concerto?

Nel giorno del concerto cerco di non cantare troppo per non stancare la voce, tanto più se ci sono anche delle prove, magari facendo un buon riscaldamento prima della prova e/o prima del concerto.
Mangio normalmente a colazione e a pranzo, senza appesantirmi, mi riposo dopo pranzo.
Ripasso eventualmente qualcosa o rivedo la parte (trovo molto utile ripassare cantando con la mente tutto il programma rivedendo le difficoltà, il testo e focalizzando bene le intenzioni espressive), poi una doccia immancabile, e una cena leggera o uno spuntino un paio d’ore prima del concerto: senza, proprio non ce la faccio!
Non ho riti scaramantici, ma in generale ho bisogno di stare tranquilla e di rispettare i miei tempi e la mia routine, senza troppe interferenze.

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