Non ho più messo piede in conservatorio da sabato 22 febbraio 2020.

L’ultima volta…

Quel giorno ho svolto le mie ore di collaborazione in biblioteca (tra l’altro, anche della possibilità di svolgere queste ore di lavoro non si è più parlato, da allora), al mattino, andandomene via circa alle 12:30.

Non ho più partecipato a una lezione di canto dal vivo dal 5 febbraio.

La Quarantena

Durante la quarantena sono passata dal cortile esterno della sede centrale un paio di volte, per prendere in prestito e restituire dei libri, cosa che in qualche modo era possibile su richiesta e prendendo appuntamento per tempo.
Ho svolto tutti gli esami possibili, quelli di materie “complementari” e a scelta, online.

Ho fatto anche molte lezioni di canto online, ma, per quanto queste possano essere in larga misura meglio di niente, restano una soluzione temporanea, con cui si può affrontare l’emergenza e “sopravvivere” per qualche mese, non di più.

Le lezioni online non sono assolutamente paragonabili né sostituibili alle lezioni in presenza, che per noi musicisti sono imprescindibili.

Se non si sostiene l’esame di strumento principale in questa sessione, non è ancora possibile fare lezioni in presenza, nel conservatorio in cui studio.

Spesso e volentieri, se non si sono svolte lezioni in presenza da tanto tempo, non ci si sente pronti a sostenere l’esame di strumento principale, quindi è un cane che si morde la coda.

Non si capisce se quella di Verona sia una situazione comune in tutti o quasi i conservatori d’Italia: negli articoli che ho trovato, si parla di riaperture per esami, ma non è chiaro se siano possibili lezioni non finalizzate alla preparazione agli esami.

E gli esami?

In alcuni casi la riapertura e le lezioni valgono solo per chi deve sostenere esami o lauree: in Umbria, in Puglia.

E l’arte?

Per i professionisti della musica, delle arti: per tutti coloro che si guadagnano da vivere esibendosi in pubblico gli ultimi mesi sono stati una prova terribile. Certo: questo stesso periodo ha creato tanta arte condivisa online e, sono sicura, un periodo così “forte” quanto a impatto sarà fonte di ispirazione per tanta arte a venire.

In questi mesi ci siamo, per così dire, concentrati sul sopravvivere. E non metto in dubbio che fosse la cosa giusta da fare.

Ma la pienezza della vita degli esseri umani risiede proprio nell’arte, nel poter esprimerla e fruirla.

Un po’ di paura per l’arte, in questo lock down, io ce l’avrei.

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